Poco più di un anno e non sempre una volta a settimana. All’inizio soprattutto curiosità e una vaga idea di quel che mi sarebbe stato proposto. La prima cosa piacevole è stata l’assenza di musica. Poi tutto è stato una sorpresa dalla respirazione alle posizioni al mio desiderio di continuare. Sì, perché i riti le pratiche religiose e cose del genere non fanno per me e mi ripetevo che nel caso avrei lasciato perdere. Allora perché continuavo? Perché stavo/sto bene durante e dopo. Cerco di respirare e fatico, provo le posizioni e fatico, mi rilasso con difficoltà ma poi alla fine della lezione mi sento sempre meglio. All’inizio temevo di non farcela fisicamente e infatti alcune cose non fanno ancora e forse non faranno mai per me ma ora penso che va bene così. Non è una prova di abilità non importa se inizialmente non ce la faccio neanche lontanamente a eseguire una posizione ci provo e quando percepisco un piccolo miglioramento allora sì c’è anche la soddisfazione, ma quel che apprezzo è il rispetto di ognuno con le proprie caratteristiche. La lezione di yoga è lo spazio di tempo per me che mi lascia addosso la consapevolezza di fare parte di quello che mi circonda quella sensazione intima di appartenere a un qualcosa guardando il mondo intorno che provavo da bambina di cui mi vergognavo un po’ e di cui non parlavo a nessuno: sentirmi un pezzettino di qualcosa di grande. Il benessere che provo e che cerco di mantenere il più a lungo possibile mi aiuta ad avere più lucidità nell’affrontare le situazioni di tutti giorni e migliora il mio umore. Anche la mia schiena ringrazia. E poi non si parla non si ascolta nessuno solo il proprio respiro e la tua voce chiara musicale senza enfasi. Grazie Giulia a presto!