Durante la pratica mi concentro ad allungare la colonna, espandere e contemporaneamente sentire dove sono contratta o dove ho dolore, cercando di rilassare, respirare, allungare. Espandere e rilassare mi assorbe completamente e mi libera la mente…questo non funziona quando le posizioni sono per me impegnative o faticose: in questo caso scatta la sopravvivenza, tutto si irrigidisce, si contrae, si chiude e non c’è respiro che tenga. Vabbè, c’è da lavorare.
Per quanto riguarda il rilassamento finale poi è un mistero: dopo un po’ non sento più la tua voce, mi abbandono completamente, perdo la cognizione del tempo, ma non credo di dormire (o forse sì? russo anche e non me ne sono mai accorta?…mah…), comunque magicamente ritorno vigile sempre al momento giusto per sentire le tue ultime parole prima del risveglio. Questo apparente stato di incoscienza che non so descrivere mi pare un vero toccasana.
Il dopo pratica è ancora più interessante: da un lato mi sento completamente rivitalizzata, riattivata in ogni più piccola parte (un po’ lo stato che si ha dopo una doccia fredda fatta subito dopo un bagno caldo), dall’altro sento anche una sensazione di rilassamento profondo. Quando questi due aspetti sono in equilibrio, il risultato è un sorprendente stato di benessere, di presenza a me stessa e di serenità. A volte mi capita di non riuscire a raggiungere questo equilibrio, è come se ci fosse uno sbilanciamento, come se il secondo non riuscisse a calmare il primo e mi rimane una sensazione di iperattività, di agitazione, quasi avessi bevuto troppi caffè e la sera fatico a prendere sonno.
Se la lezione ha un ritmo molto veloce, in cui fatico, diventa qualcosa più vicino ad uno “sport”, faccio le cose con minore consapevolezza, i 2 effetti, energia e rilassamento, diventano più blandi: la sensazione di rilassamento finale è qualcosa di più vicino ad una stanchezza fisica. Se la lezione è molto soft, allora riesco a lavorare in modo diverso, direi più profondo, ma anche in questo caso i 2 effetti sono blandi per cui anche un eventuale sbilanciamento è trascurabile. È come se ci fosse un ritmo “giusto” (tra virgolette perché non esiste un giusto assoluto, ma varia di volta in volta e dipende da mille fattori) in cui il lavoro è intenso fino però al limite di riuscire a mantenere un decente grado di consapevolezza e profondità nella pratica…ecco, è a questo punto che sento al massimo i 2 effetti, riattivata ma contemporaneamente profondamente rilassata. Probabilmente quando questi 2 effetti sono al massimo, allora anche un piccolo sbilanciamento si fa sentire e a volte l’agitazione prevale. In effetti, anche se non è un effetto desiderato, quando fatico ad addormentarmi vuol dire che ho avuto proprio una bella lezione.